Le aziende, per sopravvivere e farsi largo nel mondo digitale come in quello fisico, devono avere, o costruirsi, una “personalità” forte; un concetto che in Italia, abbiamo l’impressione, fa ancora fatica a passare.

 

Non c’è da stupirsi: il nostro è il Paese delle realtà famigliari, grandi e piccole, vecchie e giovani, molte delle quali, nel 2023, ritengono di poter continuare a gestirsi e a crescere attraverso, perlopiù, rapporti di fiducia e know-how tradizionali ma consolidati.

 

Il che poteva andare bene un tempo, quando l’identità di un’azienda coincideva con ciò che aveva da OFFRIRE: in questo momento storico, invece, con l’aumento della concorrenza soprattutto online, la sua identità viene a coincidere, nella stessa misura se non addirittura di più, con quanto ha da DIRE e con il modo, o i modi, in cui lo dice.

 

Oggi un’azienda deve chiedersi: “Chi siamo, in cosa crediamo? Cosa abbiamo in più e che ci contraddistingue dagli altri? Cosa offriamo di particolare, di diverso, di migliore? Quali problemi può risolvere? In che modo possiamo raccontare tutto questo più efficacemente degli altri, e a chi?”

 

Il digitale può aiutarli a trovare le risposte giuste e a comunicarle nel modo migliore al pubblico più vasto possibile, senza per questo dover snaturare o rinnegare le proprie radici.

 

 

 

Tutto nasce dalla definizione di una Brand Identity, ovvero di un insieme di caratteristiche concettuali (valori di ispirazione) e visive (logo e tutta quella che viene chiamata immagine corporate) legate a un marchio che creino una personalità, una presenza ben riconoscibile e distinta dalle altre.

 

L’obbiettivo è che nella mente degli utenti si formi una Brand Image, cioè una percezione del marchio coerente con l’immagine che quest’ultimo intende dare di sé.

 

LaBrand Identity si articola attraverso altre due componenti fondamentali, che la sostengono e la esprimono compiutamente:

 

la Corporate Identity già citata, che comprende la vision, la mission, l’insieme dei precetti fondanti, delle strategie e delle decisioni intraprese, il tone of voice con cui l’azienda parla ai propri dipendenti e al pubblico; e la Digital Identity, su cui ora ci soffermiamo.

 

Un lavoro di Digital Branding che si rispetti comprende, tra le fasi più importanti:

 

·       La definizione di un logo, un simbolo visivo che renda il marchio immediatamente riconoscibile ovunque, che sia adattabile ed in linea con le logiche del Web: dev’essere quanto più possibile originale, semplice, con i caratteri e i colori più adatti e allo stesso tempo in linea con valori e filosofia dell’azienda stessa;

 

·       La creazione di un sito facilmente raggiungibile sul Web(e qui un lavoro di indicizzazione e di ottimizzazione SEO è d’obbligo), gradevole dal punto di vista dei font e del design, d’impatto nel layout, chiaro ed efficace nei contenuti, nonché (oggigiorno è cruciale) fruibile anche da tablet e smartphone;

 

·       L’apertura e la gestione di canali social:chi se ne occupa deve trasmettere agli utenti l’unicità e le peculiarità dell’azienda e della sua presenza sul mercato, oltre che cavalcare i topic trends del momento e seguire e prendere spunto dalle reazioni e dalle abitudini dei followers.

 

 

Ecco, appunto:quando ci si espone sul Web si è in continuo, e a volte combattuto, dialogo coni potenziali clienti, e così come avviene nella realtà quotidiana, anche in quella “virtuale” hanno sempre ragione loro.

 

L’analisi delle “tracce” che lasciano in Rete (cronologie, commenti, like, post, ricerche effettuate) può però fornire tutta una serie di dati sui loro gusti, sulle loro idee, sui loro acquisti che non sarebbe possibile reperire altrimenti con uguale velocità e attendibilità, e permetterebbe di customizzare offerte e servizi; con un metodo simile si possono ricavare informazioni preziose anche sui potenziali competitor, così da anticiparli sul tempo e superarli.

 

Quello che vogliamo dire, e qui concludiamo, è che in Rete la personalità di un’azienda non si smarrisce, semplicemente si adatta, si smussa, si perfeziona, perché deve continuamente confrontarsi con una realtà, non solo economica, che ormai muta di continuo e a velocità impercettibile.

 

Chi perde il passo rischia di restare indietro e di subire ricadute a livello di successo e reputazione.

 

I tempi di semina sul Web sono rapidi, quelli di raccolta molto meno: ma vedrete, una volta finita l’attesa, che raccolto…!