Vi avevamo lasciati con la promessa di approfondire ulteriormente la questione dei costi ambientali legati al digitale. Ebbene, in questa sede abbiamo deciso di farlo affidandoci a prove inconfutabili: i numeri.

 

Facciamo dunque un po' di slalom tra cifre, dati, statistiche: non faremo scoperte piacevolissime, ma almeno la velocità ci darà un po' di ebbrezza durante la discesa.

 

Partiamo dicendo che l’osservatorio ESG Karma Metrix ha rilevato che le cosiddette FAANG (Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google) hanno emesso 98,7 milioni di tonnellate di Co2, con un aumento aggregato delle emissioni totali del 17% dal 2018 al 2020.

 

Questo per quanto riguarda le Big Tech; ma anche le semplici azioni quotidiane legate al digitale, diciamo così, “domestico” o “da ufficio”, hanno, a lungo o a breve termine, delle ricadute sull’equilibrio ambientale, specie se prolungate e ripetute.

 

Detto fuori dai denti: nel momento stesso in cui, poniamo, via social, denunciamo o semplicemente ci lamentiamo, in solitudine o in conversazione con altri, dell’inquinamento, stiamo già inquinando a nostra volta.

 

Mike Berners-Lee, fratello del più noto Tim, l’inventore del WWW, nel libro “How Bad are Bananas? The Carbon Footprint of Everything “ stima che, ad esempio, in ambiente impiegatizio:

 

·       Una mail spam media produce 0,3g di Co2;

·       Un’ e-mail standard produce 4 g diCo2;

·       Un’ e-mail con “allegati lunghi e noiosi” produce 50 g di Co2.

 

Contando, poi, che un impiegato medio riceve circa 121 e-mail al giorno (di cui la metà SPAM):

 

·       60,5 e-mail spam x 0,3 g Co2e =18,5 g di Co2;

·      30,25 e-mail standard x 4 g Co2e= 121 g di Co2;

·       30,25 e-mail con allegati x 50 gCo2 e= 1512,5 g di Co2.

 

Il totale giornaliero è di 1,652g di Co2, che in un anno diventano 0,6 tonnellate (si stima infatti che la produzione media annuale di Co2 di un uomo sia di 1,5 tonnellate).

 

Una voce in capitolo non secondaria è rappresentata dalle crypto. Il Bitcoin guidala classifica: in base alle stime del 2021 fatte dall’Università di Cambridge, il suo mining ha prodotto in un anno oltre 56,8 milioni di tonnellate di Co2.

 

Cosa sappiamo sulle videoconferenze e lo streaming? Secondo uno studio condotto dalla Purdue University, dalla Yale University e dal Massachusetts Institute of Technology (MIT), pubblicato sulla rivista “Resources, Conservation & Recycling”, un’ora equivale a un’emissione di anidride carbonica che va da 150 grammi fino a un chilo, richiede da due a 12 litri di acqua e può consumare una superficie di terra pari a un iPad Mini (20 x 13,5 cm circa).

 

E i videogiochi (sì, magari tanti di voi sono gamer, ma dovevate un pò aspettarvelo)? Beh, produrre una copia fisica di un videogioco crea in media circa 0,39 grammi di Co2 per pezzo: sembra un numero basso, ma dovete tenere conto del numero di copie prodotto per ogni videogioco.

 

Anzi, se proprio volete saperlo, il videogame più inquinante in assoluto, secondo Great Bean Bags, è League of Legends, con 114,000 tonnellate di Co2 prodotte ogni anno.

 

Forse stiamo dando l’impressione di voler mettere, un po' sadicamente, il dito nella piaga, visto che abbiamo già dedicato un articolo allo stesso tema, ma sentite un po' qua.

 

Nel corso di uno studio sulla sostenibilità svolto l’anno scorso da Lab Italia e YuGov, il 64% degli intervistati ha sostenuto di ritenere un percorso di 6 km per passeggero in aereo l’azione più inquinante, seguito dal 58% che considera tale un percorso di 8 km come unico passeggero in un’auto a benzina, mentre solo il 19% pensa che lo sia l’invio di 1,000 e-mail brevi.

 

La percezione e la sensibilità dell’opinione pubblica rispetto all’argomento sono dunque ancora abbastanza risibili. Noi, pur nel nostro piccolo, vogliamo contribuire, in questo caso con la chiarezza e la precisione senza scampo della statistica, non certo a indurre sensi di colpa negli utenti, ma semplicemente a tenerne alta la guardia.

 

Quest’oggi ci siamo concentrati sui dati riguardanti i problemi, ma abbiamo intenzione, in una sorta di seconda puntata, a dicembre, di fare lo stesso con quelli relativi alle soluzioni, che esistono e sono molto più immediate e facilmente applicabili di quanto possa sembrarvi. Non mancate.

 

To be continued…