Inverno 2022: in diverse zone degli USA i gatti si rifugiano sui tetti delle case per trovare riparo dal gelo.

Aprile 2022: a Mariupol, in Ucraina, i resistenti asserragliati nell’acciaieria Azovstal trovano riparo dallo spettro dell’isolamento totale riuscendo a comunicare all’esterno in diretta streaming.

 

Un bel progresso, no? Ma cos’è che lega questi due fatti?

 

Il “riparo”: quello fornito, in entrambi i casi, dalle parabole di Starlink, la piattaforma satellitare della SpaceX di Elon Musk.

 

Molti la nominano, ma pochi, o addirittura nessuno, hanno spiegato come è stata attivata e come fa a funzionare (bene) in un paese devastato dalla guerra. Ci vogliamo provare noi.

 

Il motivo è semplice: da maggio 2022 la piattaforma è disponibile anche in tutta Italia e dunque ora la questione ci riguarda da vicino.

 

Perciò, ecco.

 

Dopo aver risposto già a febbraio ad uno specifico appello del governo ucraino, Space X:

 

·       Avendo precedentemente suddiviso la superficie terrestre in celle satellitari, ha attivato quelle sovrastanti l’Ucraina;

 

·       Ha lanciato in orbita dei satelliti più piccoli e più vicini alla Terra rispetto ai tradizionali, capaci perciò di una connessione più veloce (50-150 Mb/s), essendo più breve il tragitto che un input deve compiere per raggiungere un dispositivo di rete e tornare indietro. “Si muovono in branco”, per cui attaccarli tutti insieme e nello stesso momento per mandare in tilt l’intera stazione è quasi impossibile;

 

·       Ha fornito agli utenti ucraini dei kit (comprendenti antenna, router WI-FI, alimentatore, cavi e supporto treppiede) con cui agganciare il segnale trasmesso dai satelliti della SpaceX alle parabole terrestri.

 

Inoltre, sempre grazie a Starlink:

 

·       La tv di Stato, la cui super-antenna è stata abbattuta, continua comunque a trasmettere;

 

·       Attacchi cyber vengono continuamente sferrati alle infrastrutture digitali nemiche;

 

·       I droni impiegati in combattimento possono individuare e colpire con grande precisione i bersagli, oltre che manovrare arsenali attraverso app da smartphone che ricevono ed elaborano in tempo reale quantità enormi di dati sulle posizioni degli obbiettivi nemici provenienti da aerei, video di sorveglianza e segnalazioni di cittadini.

 

Del resto, nel Terzo Millennio, nemmeno la guerra, ormai si è capito, può fare a meno della Rete, tanto per difendere le infrastrutture quanto per connettere fra di loro i vari apparati, oltre che per garantire l’informazione tra i cittadini e gestire ogni attività su canali veloci e affidabili.

 

Concludendo su Starlink, le maggiori perplessità riguardano il prezzo complessivo di abbonamento e le sue effettive capacità di assicurare la connessione anche durante o dopo attacchi informatici o rovesci atmosferici.

 

Al momento c'è, comunque, un ostacolo al corretto funzionamento delle antenne che possiamo facilmente rimuovere da soli: i gatti!